Il racconto:
“La danza del cimitero è uno dei primi racconti che ho mai scritto, e il secondo che ho venduto. Però la rivista che l’aveva comprato chiuse i battenti prima di poterlo pubblicare. E lo stesso capitò con la seconda. E con la terza. Stavo cominciando a temere che fosse una storia maledetta.
Gli editor che avevano acquistato La danza del cimitero avevano tutti speso ampi commenti riguardo a un titolo così particolare. In effetti, ho il vago sospetto che in diversi casi mi stessero cercando di dire con garbo che in realtà ritenevano il titolo migliore della storia stessa. Col senno di poi, può darsi che avessero ragione.
Quando venne il tempo di battezzare la mia neonata rivista, ricordai il loro entusiasmo e scelsi proprio Cemetery Dance. Nonostante qualche occhiataccia in banca e alla filiale locale della FedEx, non ho davvero mai rimpianto quella decisione. La storia, di per sé, in realtà è una cosa minore. Uno studio di tono e d’atmosfera – una telecamera nascosta puntata sulla discesa di un uomo nell’ossessione e nella follia.”
Lo spunto:
“Quand’eravamo sui nove o dieci anni, i miei amici e io credevamo che quando il sole calava, lasciando emergere le ombre della notte, il cimitero prendesse vita. Non i corpi decomposti, attenzione, ma il cimitero stesso… respirando per conto dei morti.”
Per saperne di più: cemeterydance.com