KEVIN QUIGLEY

Come una falena alla fiamma

Il racconto:
“Come una falena alla fiamma affonda direttamente le radici nel mio patologico terrore delle falene. Per quel che ne capisco, questa fobia è nata da una combinazione di eventi: un racconto letto in un’antologia per ragazzi quando avevo dodici anni, che raccontava della vendetta delle farfalle ai danni di un crudele lepidotterologo; la versione cinematografica de Il silenzio degli innocenti, in cui la crisalide di una falena è incastrata nella gola di una donna; e il panico che si diffuse nella mia cittadina quand’ero ragazzino, per un’infestazione di limantrie. Una volta, un analista mi suggerì di provare ad affrontare la fobia con una terapia a immersione. Fu l’ultima visita.”

Lo spunto:
“Avevo appena letto Il popolo dell’autunno (credo che i riferimenti nel mio racconto siano proprio super-ovvi) ed ero ansioso di cercare di cogliere quel senso di minaccia da Luna Park, nel modo più inquietante che mi fosse possibile. Prendendo spunto dalla più grande delle mie paure, iniziai il racconto durante una tempesta di neve, mentre ero l’unico sul posto di lavoro e non c’era molto da fare. Finii di scriverlo in un singolo pomeriggio – la storia più veloce che ho mai realizzato. Al lavoro era una giornata davvero noiosa, e questo mi aiutò a sfuggire per un po’ al tran-tran. Vi posso dire, in ogni caso, che alcune delle scene sugli attacchi delle falene le buttai giù con gli occhi mezzi chiusi, incapace di credere a ciò che stavo scrivendo. È stata una delle poche volte in cui, scrivendo, ho spaventato me stesso.”

Per saperne di più: charnelhouse.tripod.com